Trova un largo uso nelle tastiere a membrana che ormai si sono diffuse in moltissimi impianti e macchinari, soprattutto industriali.
Dato che il materiale è stampabile in serigrafia, con stampa offset e con stampa digitale, va a coprire tutte le tecnologie di stampa attualmente in uso e lascia quindi ampia scelta circa il macchinario da usare per stampare il layout della tastiera.
Questa libertà fa sì che il film di policarbonato sia particolarmente idoneo anche per la stampa di tessere elettroniche come bancomat, carte di credito o carte fedeltà dei negozi, applicazioni per le quali il materiale si presta particolarmente bene perché è durevole nel tempo anche dopo continui maneggiamenti e passaggi nei dispositivi POS.
Un altro settore in cui il film di policarbonato è molto diffuso è quello degli schermi retroilluminati: i frontali degli elettrodomestici, i pannelli di dispositivi digitali in genere o anche i cruscotti delle auto dove viene utilizzato per tutta la parte illuminata come il contachilometri o i comandi centrali ad esempio quelli dell’aria condizionata.
In queste applicazioni il vantaggio del film è che ha una tolleranza di spessore vicina allo zero, per cui è molto costante ed è una caratteristica importante in fase sia di termoformatura, perché diversamente il materiale si deformerebbe più in alcuni punti che in altri, sia quando sono presenti scritte perché un materiale senza costanza di spessore creerebbe scritte storte.
In questi casi è indicata la finitura con un lato mattato perché ha proprietà anti-riflesso, per cui le scritte retroilluminate risultano precise e facilmente leggibili.
La costanza di spessore è una caratteristica importante anche per la realizzazione di mascherine e visiere per operatori sanitari come i medici o i dentisti, o anche per la produzione di occhiali antinfortunistici perché avendo sempre lo stesso spessore l’immagine non viene distorta, cosa che invece avverrebbe in caso di spessore incostante rendendo molto difficile all’operatore vedere bene l’azione che sta compiendo.
Nel caso delle visiere e degli occhiali antinfortunistici il policarbonato in film non viene scelto solo per lo spessore costante, ma anche e soprattutto per la sua capacità di resistenza agli urti.
La resistenza agli urti del policarbonato, che è un materiale definito “virtualmente infrangibile”, ne ha diffuso l’utilizzo anche per produrre caschetti per biciclette soprattutto con lo spessore 500 micron che è il più resistente.
Possono essere prodotti in due modi: il primo prevede che il materiale venga serigrafato e poi termoformato, in seguito si inietta il polistirolo protettivo, ovvero la parte del caschetto a contatto con la testa, all’interno del film termoformato avendo l’accortezza di tenere la stampa verso l’interno quindi a contatto con il polistirolo.
In questo modo la serigrafia rimane visibile dall’esterno data la trasparenza del film di policarbonato, ma protetta da eventuali graffi o abrasioni perché interna.
Il secondo metodo di produzione è tramite IMD (in-mould decoration): la stampa viene fatta su un supporto adesivo che viene applicato al film di policarbonato, questo viene posto sopra a uno stampo e, tramite calore, si accoppiano i due materiali facendo sì che il colore che è sul supporto venga trasferito al film, in seguito viene termoformato.
Infine si rimuove il supporto del colore e si inietta il polistirolo.
A prescindere dal metodo di produzione, normalmente per i caschetti si utilizza il film con i due lati lucidi per mantenere perfettamente visibile la grafica.
Altri utilizzi del film con finitura lucida sui due lati sono etichette particolari che devono essere utilizzate in condizioni di alte temperature, come le etichette applicate sui motori delle auto o dei motoveicoli in genere data l’alta resistenza al calore di questo materiale, e i blister con tasca per inserire oggetti al loro interno.
In quest’ultimo caso la tasca, se non è di grandi dimensioni, viene ottenuta con il processo di imbutitura: è un procedimento simile alla termoformatura che sfrutta il calore per deformare il materiale, si soffia dell’aria calda sul film in policarbonato posto al di sopra di uno stampo per farne prendere la forma.
Se lo stampo non è molto profondo si può ottenere lo stesso risultato anche a freddo, applicando una pressione sul film.
L’imbutitura viene effettuata anche sulle tastiere per rendere i singoli tasti a rilievo e quindi più semplici da individuare.
Il film di policarbonato, infine, è molto importante per il settore dell’illuminazione, soprattutto quella più moderna e di design che si è sempre più avvicinata al mondo plastico. In questo settore si possono utilizzare i fogli di spessore maggiore per i para lume delle lampade, oppure come parte inferiore piana delle plafoniere.
Spessori inferiori sono indicati per i led, soprattutto quelli opali e con finitura un lato mattata, un lato satinata: questa preferenza è determinata dal fatto che la finitura rende il materiale diffusore di luce, per cui mettere il film di policarbonato davanti ai led determina una diffusione a cono della luce del led che parte da un vertice piccolo come il classico led e arriva aperta e diffusa come se fosse la base di un cono.
Di conseguenza l’occhio non vede più la striscia led composta da tanti punti, ma solo la luce generata uniforme.
Nel mondo elettrico il policarbonato in film viene infine utilizzato, nella sua versione nera, come isolante all’interno di interruttori, quadri elettrici o in generale impianti elettrici, sfruttando le note proprietà di isolamento, di resistenza al calore e di autoestinguenza nel caso in cui si verifichino cortocircuiti o si creino scintille.