I lati possono essere entrambi bianchi, entrambi silver, uno lato bianco e un lato silver, uno o due lati lucidi, uno o due lati mattati solo per restare nei materiali standard.
Passando ai colori si possono avere entrambi i lati di un colore oppure di colori diversi, un lato standard e un lato no, il tutto poi da estendere agli accoppiamenti tra lucido e mattato, insomma una gamma di possibilità davvero ampia che va incontro in modo sempre più puntuale alle esigenze non solo del singolo cliente ma anche della singola applicazione.
Oltre al colore le lastre possono essere con finitura spazzolata su base argento o oro oppure con finitura a specchio su base argento o oro.
Questo prodotto è ideale per le applicazioni nel settore della comunicazione, dove si presta ad essere utilizzato per la stampa digitale, la cartellonistica, gli stand pubblicitari e fieristici, i totem e display pubblicitari, ma anche nel settore arredamento d’interni per la finitura di mobili come librerie o piani di appoggio, oppure per la copertura di frigoriferi o a protezione della parete posteriore delle cucine.
Il processo produttivo dei pannelli di alluminio composito prevede una produzione separata delle lamine di alluminio e del nucleo, detto anche core, normalmente in polietilene ma che può anche essere a base di un altro materiale espanso a bassa densità. Successivamente le lamine vengono verniciate con prodotti a base di poliestere e gli viene data la finitura superficiale lucida o mattata, in seguito vengono assemblate a caldo al nucleo, una per lato per cui prende il nome di pannello sandwich, tramite un processo di laminazione.
Questa tecnica produttiva fa sì che il materiale acquisisca una buona rigidità anche a spessori contenuti, le lastre sono molto più leggere rispetto alle lamiere di alluminio piene e di conseguenza anche più economiche, rispetto a queste hanno anche una ridotta risonanza acustica. Inoltre la superficie è planare, cosa che rende questo materiale particolarmente adatto alla stampa in quanto permette di ottenere una qualità altissima perché permette alla vernice di aderire in modo ottimale.
Infine ha un basso coefficiente di dilatazione ed è facilmente lavorabile per ottenere risultati elaborati con normali utensili. In particolare questo materiale può essere tagliato, sagomato, incollato e piegato tramite due metodi diversi:
- Pressato o calandrato: il materiale può essere piegato con l’utilizzo di uno di questi due strumenti, in entrambi i casi non si ottiene un raggio di curvatura pari a quello che si otterrebbe con una fresa, in particolare il raggio di curvatura minimo è pari a 10 volte lo spessore della lastra. Uno svantaggio di questo tipo di lavorazione è che la dimensione della piegatura è determinata dallo spessore del macchinario utilizzato per effettuarla.
- Fresato: il materiale viene inciso sul lato opposto a quello che sarà a vista, togliendo la lamina di alluminio e una parte del nucleo centrale. L’angolo di azione della fresa è determinato dall’angolo che dovrà avere la piega una volta effettuata, più è stretto l’angolo del prodotto finito, maggiore dovrà essere l’angolo da utilizzare in fresatura. Inversamente per ottenere angoli larghi del prodotto finito bisognerà utilizzare durante la lavorazione un angolo più contenuto. Una volta fresato la piegatura del materiale diventa molto facile e può essere effettuata a mano, per cui diventa possibile trasportarlo in forma piana e piegarlo poi durante la posa in opera, con un notevole risparmio sul costo del trasporto. Oltre a questo vantaggio c’è anche l’ampia gamma di prodotti finiti piegati che si possono ottenere, dato che la fresatura è di lunghezza variabile in base alla destinazione d’uso della lastra e non ha limitazioni derivanti dalla grandezza del macchinario che la effettua, a differenza di quando l’ACP viene pressato o calandrato.